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Direttiva Case Green

Direttiva Case Green

Direttiva Case Green : dalla UE l’iter operativo dei piani nazionali di ristrutturazione degli edifici

La Direttiva EPBD 2024, o Direttiva Case Green,

è il quadro normativo europeo per migliorare quindi la prestazione energetica degli edifici

e soprattutto raggiungere un parco edilizio a zero emissioni entro il 2050.

La direttiva impone quindi agli Stati membri l’elaborazione di Piani Nazionali di Ristrutturazione degli Edifici (National Building Renovation Plans – NBRPs).

Regolamenti e modelli per gli Stati membri

Il 30 giugno la Commissione europea ha presentato quindi un pacchetto di documenti

finalizzato a supportare i Paesi europei nell’attuazione della Direttiva Case Green.

Nello stesso giorno della pubblicazione del pacchetto,

si è riunito per la prima volta il nuovo Comitato consultivo per l’edilizia abitativa,

un gruppo di esperti che hanno soprattutto il compito di esaminare la questione più ampia della riduzione delle bollette energetiche

e quindi di un’edilizia abitativa più sostenibile e accessibile.

Linee Guida e strumenti operativi per la EPBD 2024

Il 2 giugno 2025 la Commissione Europea aveva pubblicato una serie di strumenti operativi

che aiutano gli Stati nazionali a predisporre i propri piani entro le scadenze previste.

Gli Stati, infatti, devono infine predisporre una bozza di Piano entro il 31 dicembre 2025

e la versione definitiva quindi entro il 31 dicembre 2026, dopo l’analisi e le eventuali raccomandazioni della Commissione.

Cosa prevede la EPBD 2024 (Direttiva Case Green)

La Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) 2024 stabilisce

una roadmap vincolante per la trasformazione del settore edilizio europeo. 

Obiettivo principale: ridurre le emissioni, tagliare i consumi e soprattutto sostituire i combustibili fossili,

promuovendo quindi una progressiva riqualificazione del costruito.

 Obiettivi strategici:

– parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050;

– nuovi edifici a zero emissioni dal 2030 (dal 2028 per quelli pubblici);

– graduale eliminazione delle caldaie a combustibili fossili entro il 2040;

– ristrutturazione obbligatoria degli edifici meno performanti, residenziali e non.

 Prestazioni minime ed edifici esistenti

Una delle novità centrali della Direttiva Case Green è l’introduzione dei Minimum Energy Performance Standards (MEPS),

cioè standard minimi vincolanti di prestazione energetica per edifici non residenziali e per edifici residenziali

 Edifici non residenziali:

– ristrutturazione del 16% degli edifici peggiori entro il 2030;

– estensione al 26% entro il 2033.

 Edifici residenziali:

– riduzione del consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035;

– almeno il 55% del risparmio dovrà riguardare gli immobili in classe G.

 Gli Stati membri avranno flessibilità nel definire i criteri,

purché misurabili e soprattutto orientati a migliorare le prestazioni dell’intero stock edilizio.

 Strumenti operativi della Direttiva Case Green

La EPBD 2024 introduce nuovi meccanismi per rendere più semplice e quindi tracciabile l’attuazione degli interventi di efficientamento.

 Passaporti di ristrutturazione

Documenti digitali che forniscono un percorso personalizzato per interventi successivi sull’immobile,

fino al raggiungimento della neutralità energetica.

 Certificati di Prestazione Energetica (EPC)

– nuova scala armonizzata A-G in tutta l’UE;

– la classe A indica edifici a zero emissioni;

– strumento obbligatorio per compravendite, affitti e monitoraggio.

 Infrastrutture per la mobilità sostenibile

Obblighi di predisposizione di:

– colonnine di ricarica per veicoli elettrici;

– posti bici coperti e sicuri nei nuovi edifici e nelle ristrutturazioni importanti. 

Stop agli incentivi per le caldaie fossili

Dal 1° gennaio 2025 è quindi vietato incentivare caldaie alimentate da fonti fossili.

Entro il 2040, tali apparecchi dovranno quindi essere eliminati dal parco impiantistico nazionale.

Cosa cambia per l’Italia

L’Italia dovrà recepire la Direttiva EPBD 2024 entro il 14 maggio 2026

Ma, come detto, già entro la fine del 2025 è attesa la bozza del Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici, che includerà:

– mappatura del patrimonio edilizio nazionale;

– definizione di traguardi intermedi 2030-2040-2050;

– strategie di investimento e strumenti di supporto finanziario;

– meccanismi di assistenza per famiglie vulnerabili (es. sportelli unici e semplificazioni);

– coinvolgimento di stakeholder attraverso consultazioni pubbliche.

Il piano italiano sarà determinante anche e soprattutto per l’evoluzione di strumenti esistenti come i bonus edilizi,

l’Ecobonus e i fondi PNRR destinati all’edilizia pubblica.

Tratto da EDILPORTALE

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